Ti invitiamo a cacciare il beccaccino in Bielorussia

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Il beccaccino è un uccello relativamente piccolo, che nidifica prevalentente nelle paludi e nelle pianure alluvionali a bassa vegetazione. Ha un becco lungo (6-7 cm). La parte superiore del corpo è marrone, con macchie grigio-rossastre, e strisce longitudinali chiare. Il ventre è chiaro. Ha macchie chiare sul collo e sul petto, la testa è ornata da tre strisce chiare.

Puoi cacciare il beccaccino solo con un aiutante fedele: il cane. Il più delle volte vi si "specializzano" i pointer e i setter, più raramente gli spaniel e i retriever. Perché non si può fare a meno del cane? Fatto sta che il beccaccino è un uccello estremamente cauto. Mai e poi mai si farebbe avvicinare alla distanza dello sparo dal rumoroso uomo, arretrerà senza dar nota costantemente e, se "messo alle strette", volerà via. Invece un cane ben addestrato è in grado di fiutare il volatile dall'odore, venirgli appresso in silenzio, e dare il segnale al padrone.

Dove vive il beccaccino, bisogna andare all'alba. Un importante punto organizzativo: prima di iniziare a cercare un volatile, serve per forza capire in che direzione è il vento, e muoversi contro il vento, anche se questo significasse attraversare da un altro lato un ampio campo. Altrimenti il sensibile beccaccino non si farà mai prendere da vicino, correrà continuamente di quà e di là, mentre il tiratore nemmeno sospetterà della sua presenza sul campo.

Prima di iniziare a "scarpinare" per la palude, per la ricerca viene fatto andare il cane. Dovrebbe fungere da "navetta", correndo da un lato all'altro perpendicolarmente alla direzione del movimento del cacciatore. Tali tecniche di ricerca i cani da ferma le hanno nel sangue. E un aiutante ben addestrato reagisce ai segnali o semplicemente ai gesti del proprietario, lanciandosi nella direzione che lui ha bisogno. Nel tempo della ricerca, l'arma principale del cane è il fiuto. Non appena il cane, correndo a testa alta, fiuta il beccaccino, inizia il secondo stadio della ricerca: il trascinamento. Il cane rallenta il passo, si tende come una corda, si china a terra e si avvicina di soppiatto al cauto volatile. L'ultimo segno per il cacciatore è un cane fermo in posizione. Significa che l'aiutante a quattro zampe si è avvicinato al volatile a una distanza limite. Andando dal cane, il tiratore con un gesto o un segnale acustico lo manda avanti - all'inseguimento. Pochi salti, e il beccaccino cederà, spiccherà il volo proprio sotto il tiro. Meglio di tutti, nello sparare al beccaccino, si sono dimostrati i proiettili №7-10.

La gente chiama il beccaccino "agnellino": questo per i suoni caratteristici che emettono, simili al belare. Quando nel periodo reproduttivo i maschi sbattono le ali nell'aria, le penne principali, avendo una forma particolare, emettono il loro tipico suono.

Se il cane da ferma sa il fatto suo alla perfezione, troverà di certo il trofeo caduto, lo porterà al padrone e lo metterà sotto i suoi piedi.

I cacciatori novizi spesso si perdono d'animo quando sia il cane ha lavorato bene, sia le condizioni per sparare erano ideali, ma alla fine dei conti devono tornare a casa con un solo trofeo, se non proprio senza preda. Però anche i tiratori esperti considerano fortuna colpire un beccaccino dopo 4-5 spari.

Un beccaccino che prende il volo dall'erba, di regola, inizia a dimensarsi da una parte all'altra, e solo dopo 50-70 metri, già oltre la portata di un tiro, raddrizza il volo. Il più delle volte l'uccello vola davvero lontano, ma a volte atterra nel campo ancora entro la zona visiva del cacciatore, che gli dà la possibilità colpire ancora il beccaccino fuggito.


Molto spesso l'uccello vola via molto lontano, ma a volte cade nell'erba nella zona di visibilità del cacciatore, che gli dà la possibilità di sparare al beccaccino fuggito.

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